Alessia ci racconta il suo espatrio in Canada, a Montrèal per la precisione. Dopo che il marito aveva ottenuto una fellowship di 2 anni ha deciso di trasferirsi in Québec e qui ha messo su famiglia. Adesso ha aperto un blog dove racconta le sue avventure di Italiana all’estero.
Ci siamo trasferiti a Montrèal in Québec l’estate scorsa, per una fellowship di due anni in cardiochirurgia di mio marito. In realtà ho messo piede in questa vivace città per la prima volta ad ottobre 2012.
Siamo rimasti qui una settimana per i colloqui di lavoro in ospedale e per prendere dimestichezza con la burocrazia locale. Ha piovuto per tutta la settimana ed io avevo scoperto da 10 giorni di aspettare un bambino; nella mia testa tutto si faceva abbastanza complicato. La primavera successiva mio marito si è trasferito per primo in Canada, io l’ho raggiunto una volta ripresami dal parto e fatti i primi vaccini al bambino.
Sono arrivata a Montréal in agosto con un bimbo di tre mesi, ho portato con me le paure e le ansie di una mamma alle prese con il primo figlio a cui ho aggiunto le ansie di una nuova vita in una nuova città, in un nuovo continente. Mi sono ritrovata neo-mamma e neo-expat in un colpo solo a 6.000 km da casa e dagli affetti.
L’impatto con la nuova realtà per certi aspetti è stato difficile, dover imparare ad essere madre, una nuova lingua (il Québec è francofono) e dover ambientarsi in una nuova città vasta anzi vastissima senza avere punti di riferimento.
Per fortuna il prolungarsi del bel tempo fino all’autunno, fenomeno qui conosciuto come “estate indiana” (ondate di calore fuori stagione e temperature miti), ha favorito i miei tour alla scoperta della città che offre tantissimi parchi, lunghe promenade sul porto (Vieux Montréal) e non solo a misura di bambino, anzi di neonato. Il tripudio di colori che ci circondava ha fortemente risollevato il mio umore.
Montréal è una città molto estesa, servita benissimo da una fitta rete di mezzi pubblici e i settori più interessanti della città sono facilmente raggiungibili in metrò. Prendendo la metrò è d’obbligo visitare l’Underground City (Resò). Infatti a Montréal è teoricamente possibile vivere “sottoterra” poiché le principali stazioni del metrò, centri commerciali, alcuni grattacieli e le due principali stazioni ferroviarie sono collegate da raccordi pedonali sotterranei ben illuminati con negozi, cinema, ristoranti, sale da concerto etc.
Con il tempo anche le mie ansie si sono moderate di intensità, una volta arrivata la tessera sanitaria per me ed il bambino, qui obbligatoria per legge che permette di ottenere le cure sanitarie – i servizi medici ed ospedalieri- coperti dal sistema sanitario quebecchese (Règie de l’Assurance Maladie du Québec), mi sentivo molto più tranquilla. Peccato che a Montréal non esista la figura del medico di base, del pediatra; per averne uno bisogna cercare privatamente e non sempre è facile ottenerlo, ci sono anche lunghe liste d’attesa. Inoltre senza la tessera sanitaria una banale visita di controllo al pronto soccorso risulta essere molto cara. La tessera sanitaria, che equivale per certi versi ad un certificato di residenza, ma non funge certo da visto sia ben chiaro, offre anche altri vantaggi; per esempio sconti in musei, visite al giardino botanico ed affini.
Non ho portato con me solo paure ed ansie ma anche tanta curiosità e voglia di visitare questo immenso Paese. Il Canada è sempre stato nella top list come meta di viaggio per me e mio marito, mai avremmo pensato che ci saremmo andati a vivere, anche se solo temporaneamente. Quando mio marito è libero dagli impegni di lavoro cerchiamo di viaggiare il più possibile per conoscere questo Paese meraviglioso. Inizialmente piccole escursioni giornaliere, nelle zone limitrofe senza allontanarsi troppo dalla città, per via del piccolo, man mano che lui cresce viaggi sempre più lunghi e sempre più lontano. Speriamo che l’inverno giunga velocemente al termine, siamo ancora sottozero a fine marzo, perché abbiamo in programma per Aprile un classico del Canada: le Niagara Falls!
Ci mancano gli affetti e la famiglia lasciati in Italia, ma sappiamo di non averli persi, sappiamo che al termine di questi due anni da expat li rincontreremo. Per sopperire a questa lontananza e per sentirmi meno sola durante il lungo inverno canadese, ho deciso di aprire un blog (www.mammacongelo.com), in cui racconto le mie disavventure da neo-mamma e le nostre avventure da expat in terra straniera, in modo da poter condividere tutto ciò che ci accade di divertente e non, con i cari lontani.
Non so come questa esperienza finirà, inizialmente ero titubante e spaventata, ora sono felice di essere qui, mi sono innamorata di questo Paese e dei suoi abitanti così civili e gentili. Ho scoperto di essere anche più forte di ciò che credevo e un’iniezione di autostima fa sempre bene.
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at 22:45
Carissima signora il sottoscritto sogna tutti santi gioni di lavorare canada atjamente lavoro in brasile il mio lavoro e istalatore dipavimenti da anni 45 DI SEVIZIO PER MIO CONTO ARTIGIANO SE CE QUALCHE POSSIBILITA DDI TROVARE LAVORO COME AUTONOMO NELLE PICCOLE CITTA GRADIRRI MOLTO DI AVERE COTATO CON LASIGNORA. DISTINTI SA LUTI CORRADO